elisione di lo, la, li, le davanti ad "avere" al passato prossimo

Jovana_MNE

New Member
serbian
Non capisco quando si usa l' (invece di lo, la, li, le) davanti al verbo avere che forma parte di passato prossimo. Per esempio: si dice li hai portati o l'hai portati?
Grazie!
 
  • Ciao, :)
    normalmente l' si usa solo al singolare, quindi significa solo lo oppure la. Nel plurale, di norma scriviamo li e le per esteso.
     
    QUI c'e la discussione su elisione e troncamento, se ti può essere utile.


    Gentile Necsus,

    ho letto tutti i contributi riferiti a questa discussione e mi è rimasto un dubbio.
    Ogni volta che un dizionario parla dell'apostrofo come elisione dell'ultima vocale, specifica che l'elisione avviene davanti a iniziale vocalica. Non specifica mai quale dovrebbe essere il comportamento davanti alla lettera "h".
    Pur sapendo che l'acca è muta mi domando perché non si faccia mai riferimento specifico all'elisione in presenza di parole che iniziano per acca.

    Tu hai trovato qualcosa in merito?
    Grazie
    Momo
     
    Pur sapendo che l'acca è muta mi domando perché non si faccia mai riferimento specifico all'elisione in presenza di parole che iniziano per acca.
    Be', direi che il motivo è proprio che in italiano l'acca è muta. Applicandosi l'elisione principalmente per ragioni fonetiche, non può essere operata nei confronti di una lettera che non ha suono, quindi il rimando è alla vocale che la segue nella grafia.
    Diverso dovrebbe essere il discorso in caso di termini stranieri in cui l'acca iniziale viene aspirata, come da pronuncia nella lingua di appartenenza (lo hobbit).
     
    Gentile Necsus,

    ho letto tutti i contributi riferiti a questa discussione e mi è rimasto un dubbio.
    Ogni volta che un dizionario parla dell'apostrofo come elisione dell'ultima vocale, specifica che l'elisione avviene davanti a iniziale vocalica. Non specifica mai quale dovrebbe essere il comportamento davanti alla lettera "h".
    Pur sapendo che l'acca è muta mi domando perché non si faccia mai riferimento specifico all'elisione in presenza di parole che iniziano per acca.

    Tu hai trovato qualcosa in merito?
    Grazie
    Momo

    Be', direi che il motivo è proprio che in italiano l'acca è muta. Applicandosi l'elisione principalmente per ragioni fonetiche, non può essere operata nei confronti di una lettera che non ha suono, quindi il rimando è alla vocale che la segue nella grafia.
    Diverso dovrebbe essere il discorso in caso di termini stranieri in cui l'acca iniziale viene aspirata, come da pronuncia nella lingua di appartenenza (lo hobbit).

    Non ne sarei tanto sicuro. Ricordo che a scuola ci insegnavano che per esempio ed, od, ad, si usano quando la parola che segue inizia per e, o, a e che usarlo in presenza di acca era un errore.
    Quindi
    Andiamo ad Ancona :tick:
    Ho controllato i conti ed ho notato delle discrepanze :cross:
    Bruno ed Elisa :tick:
    Ha mangiato ed ha bevuto :cross:
    Ho scitto bene od ho scritto male? :cross:
    Era Luigi od Oscar? :tick:

    Per quanto riguarda le parole straniere, mi limito a :( perché purtroppo gli italiani ne fanno un pessimo abuso.
     
    Ciao,

    contrariamente a quello che qualcuno ti ha scritto, l'elisione dei pronomi li e le sono accettate dalla grammatica italiana, sono solo meno frequenti e pertanto sconsigliabili nella lingua scritta. Nella lingua parlata, invece, questo tipo di elisioni è più frequente per motivi di "comodità" fonetica, e di conseguenza questa forma si sente più spesso di quanto non si legga. Spero di essere stato d'aiuto ;)
     
    Ricordo che a scuola ci insegnavano che per esempio ed, od, ad, si usano quando la parola che segue inizia per e, o, a e che usarlo in presenza di acca era un errore.
    Ma ne sei sicuro? A me a scuola hanno insegnato tutt'altro. Dopotutto la "d" viene aggiunta per ragioni eufoniche ma se la "h" è muta cioè non viene pronunciata, perchè mai la sua presenza dovrebbe influenzare l'uso o meno della "d"?
     
    Ma ne sei sicuro? A me a scuola hanno insegnato tutt'altro. Dopotutto la "d" viene aggiunta per ragioni eufoniche ma se la "h" è muta cioè non viene pronunciata, perchè mai la sua presenza dovrebbe influenzare l'uso o meno della "d"?

    Chiaro è che la "d" eufonica si utilizza davanti a parole che iniziano per e, a, o. Davanti alla "h" c'è da considerare questo:

    1) La "d" eufonica è una pura regola fonetica, quindi bisogna considerare l'aspetto fonetico di "h", e non il fatto che "h" sia una consonante (si pensi solo che "eufonico" deriva da "eufonìa", di origine greca, che è una parola composta dal significato di "bene" (eu-) e "voce" (-fonìa), ragion per cui si evince il puro scopo fonetico della regola) . Di conseguenza in presenza di "h muta" davanti si dovrà (o potrà) utilizzare la d eufonica.

    2) Quando però si ha una "h" muta a inizio parola in italiano? Normalmente non si hanno parole del genere nel vocabolario italiano. Se si incontrano, sono spesso parole derivanti da altre lingue (come "Hannover", città della Germania). In questo caso conta come si pronuncia il suddetto termine. Es.: Vado a Hannover, se "Hannover" viene pronunciata con la "h" aspirata (secondo le regole di pronuncia del tedesco), oppure Vado ad Hannover, qualora "Hannover" venga pronunciata con la h muta (pronuncia "all'italiana")

    Spero di aver fatto chiarezza
     
    Last edited:
    2) Quando però si ha una "h" muta a inizio parola in italiano? Normalmente non si hanno parole del genere nel vocabolario italiano. Se si incontrano, sono spesso parole derivanti da altre lingue (come "Hannover", città della Germania). In questo caso conta come si pronuncia il suddetto termine. Es.: Vado a Hannover, se "Hannover" viene pronunciata con la "h" aspirata (secondo le regole di pronuncia del tedesco), oppure Vado ad Hannover, qualora "Hannover" venga pronunciata con la h muta (pronuncia "all'italiana")

    Beh, questo è evidente. Naturalmente parlavo della lettura classica della h che in italiano è muta.
     
    Buongiorno ho una domanda forse molto semplice ma vedo questo argomento in diversi modi su internet e varie persone mi dicono varie cose, quindi non sono molto chiara.

    Quando uso un pronome diretto singolare (lo o la) con avere al passato prossimo, l'elisione del pronome singolare è obbligatoria o facoltativa? Per esempio:

    Lo ho fatto = l'ho fatto
    Lo hai fatto = l'hai fatto
    Lo ha fatto = l'ha fatto
    Lo abbiamo fatto = l'abbiamo fatto
    Lo avete fatto = l'avete fatto
    Lo hanno fatto = l'hanno fatto

    Forse è una differenza tra la lingua parlata e quella scritta? Perché spesso quando leggo il giornale o una rivista vedo la versione senza elisione, sopratutto con lo hai e lo ha. C'è una regola o si tratta di preferenza stilistica?

    Grazie in anticipo per qualsiasi aiuto!
     
    Secondo me l'elisione avviene di regola con ''lo ho'' per ragioni di eufonia, mentre è facoltativa (ma comunissima, specie nel parlato) negli altri casi.
    Sin dai tempi della scuola, li ho sempre apostrofati; noto tuttavia una tendenza negli ultimi tempi (che non mi garba affatto) a ridurre l'elisione nello scritto, soprattutto di tipo giornalistico, ma anche sulle reti sociali. "Lo ho" è quasi inaccettabile al mio orecchio.
     
    Quando uso un pronome diretto singolare (lo o la) con avere al passato prossimo, l'elisione del pronome singolare è obbligatoria o facoltativa?
    Intanto, come regola pratica, se metti l'apostrofo non sbagli mai. Secondo me è accettabile non elidere solo quando si forma lo iato "o-a" e si vuole enfatizzare la frase sillabando le parole. Es. "Insomma, questo compito lo hai fatto o no?".
    P.S. Con verbi diversi da "avere" mi sembra che l'uso sia più elastico. Es. "L'apostrofo a volte lo mettiamo, a volte lo omettiamo".
     
    Last edited:
    Grazie a tutti per i consigli. Studiando la grammatica ho sempre sentito elidere in questi casi (con il pronome lo/la singolare + avere) ma nello scrivere quotidiano (giornali, riviste, ecc.) spesso vedo senza e non capivo cosa stesse succedendo. Leggo anche in inglese dove ogni giorno vedo errori grammaticali, anche sui giornali più rinomati, e ho pensato che forse era la stessa cosa, dove le varie aziende online non ci fanno caso.

    Comunque, continuerò ad elidere, ma se lo vedo senza, non mi impazzisco. 😂
     
    Leggo anche in inglese dove ogni giorno vedo errori grammaticali, anche sui giornali più rinomati, e ho pensato che forse era la stessa cosa, dove le varie aziende online non ci fanno caso.
    Purtroppo, soprattutto nelle edizioni online di sedicenti riviste/blog/ecc ecc, gli errori grammaticali e di sintassi sono la norma; spesso gli articoli che si leggono non sono altro che il copia-incolla di pezzi scritti in altre lingue e malamente tradotti con google, senza neanche un minimo di controllo; e, ahimè, la cosa si sta diffondendo anche su molte testate illustri.
    Dal punto di vista linguistico è molto avvilente, e per chi cerca di imparare è molto frustrante. E lo stesso succede a me quando cerco di migliorare l'inglese o il francese. Spesso vedo che chi vuole imparare l'italiano si avventura a tradurre brani di musica classica, che mi è sempre parso assurdo perchè si tratta di un italiano molto aulico e poco "realistico", ma forse non lo è più..... Mah. Scusate il probabile OT!
     
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