Ero sicuro che Chiara era/fosse sincera

: parlando meno scherzosamente, bisognerebbe fare una scelta. Secondo me nella tua frase è congiuntivo, visto che ''anzi sono certo'' è solo un inciso. Che ne pensi?
Più che un inciso "anzi sono certo" mi sembra una correzione in corsa, che avrebbe senso solo nel parlato o per un particolare effetto retorico. Credo, ma non sono certo, che userei l'indicativo:
Es. "Penso, anzi sono certo, che oggi è giovedì".
 
  • Rileggendo i post di questo thread, mi sono reso conto che parte del problema sta nella semantica. Essere sicuri è uno stato psicologico, ma non è infallibilmente correlato al darsi di uno stato di cose. Per questo a volte lo si usa al posto di "pensare che", specialmente quando è riferito al passato, e allora il congiuntivo suona naturale. Vedi "ero sicuro che Chiara fosse venuta, ma poi ho scoperto che era rimasta a casa": in un caso come questo io istintivamente avrei detto "credevo che Chiara...", ma qualcuno potrebbe voler sottolineare lo stato d'animo di sicurezza (io direi falsa sicurezza) che aveva in quel momento ("eppure ero così sicuro!"). Tuttavia, e per la stessa ragione, al presente non starebbe bene: entrando in una festa, dire "sono sicuro che Chiara sia venuta" non va bene perché in questo momento non ha senso per me dubitare della veridicità del mio stato d'animo, dato che non ne ho (ancora) motivo. Idem per "sono certo che oggi sia giovedì": se sei certo perché non usi l'indicativo? e se non lo sei perché non dici "credo che..."? Per questo do ragione a Pietruzzo.
    Buona domenica. Penso sia domenica, anzi sono certo che è domenica.
     
    Io avrei detto "Ero sicuro che Chiara sarebbe venuta..."
    Sì, ma mi riferivo a un post precedente, dove la situazione, per come l'ho capita, è quella di chi, mentre partecipava un certo evento, era sicuro che Chiara era presente, ma in seguito, finita la festa (per una volta in senso non solo metaforico), ha scoperto che non era così. Certamente se arrivo a una festa convinto che ci sia Chiara e non la trovo, uso anch'io il condizionale.

    cross-posted con bearded
     
    A me sembra una distinzione diastratica, diafasica e diamesica. In un contesto non sorvegliato (orale e informale), probabilmente mi limiterei a un (consapevole): "Ero sicuro che veniva".

    La generalizzazione dell'imperfetto è un tratto dell'italiano neostandard. Il suo uso viene sovraesteso, perché regolare.
     
    probabilmente mi limiterei a un (consapevole): "Ero sicuro che veniva"
    Intendi nel caso in cui arrivo lì e non ce la trovo? Sì, potrei benissimo dirlo. Ma sottolineavo il fatto che il congiuntivo, che nel thread molti hanno sostenuto, ha la sua motivazione nella vicinanza semantica tra "ero sicuro che" e "ero convinto che", "credevo che", specialmente quando si vuol marcare l'elemento soggettivo di convinzione e non la corrispondenza ai fatti. Controprova, non direi mai "sapevo che veniva, ma mi sbagliavo", perché non si può sapere una cosa non vera (almeno così mi hanno insegnato i logici). Cioè, nel caso di "sapere" la corrispondenza ai fatti è richiesta, nel caso di "esser sicuri" può non esserlo. Va da sé, poi, che come ci sono contesti grammaticalmente meno sorvegliati, ce ne sono anche di logicamente meno sorvegliati, ahimé.
     
    Certi tratti del neostandard mi appaiono ancora marginali, non normativi o estremante colloquiali, probabilmente sto invecchiando.
    A me sembra 'la lingua viva' (Manzoni-Ascoli), che si voglia o no. Evito strutture semanticamente vuote, come 'quello che è' (perifrasi determinativa), 'ci attualizzante', la generalizzazione di 'gli', o miracoli vari... Però rappresentano la quotidianità di molti.

    Oggi parliamo di quello che è il fenomeno di Renzi (non più tardi di ieri ne ho sentiti due, se non tre).

    C'ho voglia di andare al mare.

    Ho visto Maria e gli ho detto...

    (Si possono anche combinare :D:D:D)
     
    Restando nell'ambito del(l'orrido) linguaggio estremamente colloquiale, direi che ''ero sicuro che veniva'' corrisponde nello standard a ''ero sicuro che sarebbe venuta'' (futuro nel passato, secondo l'interpretazione di Mary49), mentre ''ero sicuro che era venuta'' corrisponde a ''ero sicuro che fosse venuta'' (come nello scenario descritto nel mio #59).

    Certi tratti del neostandard mi appaiono ancora marginali, non normativi o estremante colloquiali, probabilmente sto invecchiando. :( Per un ventenne, la percezione del neostandard è sicuramente diversa.
    Condivido. :)

    A me sembra 'la lingua viva'
    Penso che l'accettazione (e l'uso) o meno del ''neostandard'' sia un questione prettamente diastratica, diafasica e diamesica, secondo la tua espressione (voglio sperare che questa terminologia sia familiare a tutti noi :D).
    Insomma sostanzialmente in dipendenza dalla classe sociale, dall'ambiente o dagli interlocutori, nonché dal mezzo usato (scrivo ''ero sicuro che veniva'' in un appunto per il netturbino o in una dissertazione universitaria?).
     
    Last edited:
    C'ho voglia di andare al mare.

    Ho visto Maria e gli ho detto...
    Il primo esempio è comunissimo, a parte la grafia contestata da molti, ma ormai maggioritaria, anche sui giornali. Il secondo da evitare (mi fa orrore), se non altro per la semplificazione morfologica che comporta. Credo che sia il caso di fermarci qua, siamo già abbondantemente fuori tema. ;)
     
    Buonasera,

    ho un dubbio, in realtà ricorrente, in merito all'utilizzo del modo verbale corretto in taluni costrutti... Provo a spiegarmi ricorrendo ad un esempio pratico appena capitatomi.

    Pochi minuti fa mi è stata mostrata una fotografia che metteva in relazione due autoveicoli; essendo io poco esperto nel campo, non ho colto tale relazione anche se ho intuito esistesse e, quando mi è stata esposta e dipanata, ho per l'appunto risposto che "immaginavo ci fosse un legame tra i due, ma non sapevo quale fosse". Dopo aver risposto in questo modo, mi è sorto il seguente quesito: avrei dovuto utilizzare il congiuntivo oppure l'indicativo imperfetto ("... ma non sapevo qual era")? Avrei potuto, correttamente, utilizzarli entrambi, con significati però differenti (quali...?)?

    Ecco, chiederei supporto per chiarirmi le idee e, magari, anche due dritte grammaticali utili per il futuro, così da poter risolvere in autonomia eventuali analghi dubbi.


    Ringrazio in anticipo chi vorrà offrire il proprio contributo.
     
    Pochi minuti fa mi è stata mostrata una fotografia che metteva in relazione due autoveicoli; essendo io poco esperto nel campo, non ho colto tale relazione anche se ho intuito esistesse e, quando mi è stata esposta e dipanata, ho per l'appunto risposto che "immaginavo ci fosse un legame tra i due, ma non sapevo quale fosse". Dopo aver risposto in questo modo, mi è sorto il seguente quesito: avrei dovuto utilizzare il congiuntivo oppure l'indicativo imperfetto ("... ma non sapevo qual era")? Avrei potuto, correttamente, utilizzarli entrambi, con significati però differenti (quali...?)?
    La mia opinione in sintesi:
    - si possono utilizzare entrambi;
    - il congiuntivo porrebbe l'enfasi su fatto che non sapevo (volto al presente: "immagino ci sia ma non so quale sia" ci sta tutto, appunto perché "non so");
    - l'indicativo porrebbe l'enfasi sul fatto che la relazione tra i due autoveicoli esisteva, a prescindere che io fossi o no in grado di coglierla;
    - a gusto mio personale, userei sempre e comunque il congiuntivo. 😇
     
    Raccomando questa lettura (poco felice): Morte del congiuntivo.

    Come già accennato, infatti, nell'attualità ('italiano neostandard') il congiuntivo viene spesso sostituito dall'indicativo.* Il modo congiuntivo, infatti, risulta meno 'economico' rispetto all'indicativo (quindi più difficile da gestire). Non è un caso, insomma, che si approdi spesso a forme ibride, come il famoso 'congiuntivo fantozziano' (o 'alla Fantozzi'), dove il paradigma del congiuntivo si accosta a quello dell'indicativo.

    *Parlo, naturalmente, di ambiti informali e non sorvegliati.
     

    Attachments

    • Congiuntivo fantozziano.png
      Congiuntivo fantozziano.png
      141.1 KB · Views: 48
    immaginavo ci fosse un legame tra i due, ma non sapevo quale fosse
    Dopo "immaginavo" il congiuntivo è la scelta indicata, direi. Fra l'altro l'omissione della congiunzione "che" è possibile solo con il congiuntivo. Dopo l'interrogativa indiretta "non sapevo..." io preferirei sempre il congiuntivo ma anche l'indicativo andrebbe bene.
    Detto questo personalmente ometterei il secondo "fosse": "immaginavo (che) ci fosse un legame tra i due, ma non sapevo quale".
     
    Secondo me vanno bene entrambi, dipende da quanta forza vuoi dare al tuo convincimento, anche in base ai successivi sviluppi.
    - In quel momento pensai che Lucia era/fosse la donna giusta per me.
     
    Sono rimasto affascinato dalle menzioni sull'Accademia della Crusca e sui chiarimenti di Ranocchietta ma secondo il mio giudizio la questione si risolve nel fatto che la frase è comunque errata e non si può capire il contesto.


    "Ero sicuro che Chiara (non essere)fosse sincera durante l'interrogatorio."


    ● "Ero sicuro che Chiara fosse stata sincera durante l'interrogatorio."
    Il narratore era presente all'interrogatorio e l'affermazione è stata smentita. Chiara non era sincera.
    Si deve usare il congiuntivo trapassato.
    Per esprimere soggettività e per coerenza nei tempi verbali. "fosse" esprimerebbe un dubbio. Quindi non è coerente con il verbo del periodo principale.

    ●Ero sicuro che Chiara era sincera all"interrogatorio. Il narratore era presente all'interrogatorio e l'affermazione è stata smentita ma, oltre ad essere poco elegante, non esprime la soggettività.

    ● "Sono sicuro che Chiara fosse sincera all'interrogatorio".
    Il narratore era presente all'interrogatorio. L'affermazione non è stata smentita ma non è confermata. Rimane la soggettività del congiuntivo.


    ● "Sono sicuro che Chiara era sincera durante l'interrogatorio." L'affermazione non è stata smentita.Il narratore era presente. Il fatto è verificato.

    ●"Sono sicuro che Chiara sia stata sincera durante l'interrogatorio"
    Il narratore non era presente all'interrogatorio. L'affermazione non è stata smentita. Rimane la soggettività.

    ●" Non ero sicuro che Chiara fosse sincera all'interrogatorio"
    Esiste la soggettività e permane il dubbio. Se Chiara abbia detto la verità o meno, lo sapremo nelle frasi successive.

    ●" Non ero sicuro che Chiara fosse stata sincera all'interrogatorio." Esiste la soggettività e non c'è dubbio che Chiara abbia detto la verità.


    Spero che mi perdoni Einstein se non sono daccordo con la sua posizione riguardo al linguaggio parlato. Certamente ci sono differenze tra il parlato e lo scritto ma queste si concretizzano generalmente in frasi tronche non giustificano errori grammaticali.

    No, la discriminante non può essere la soggettività, la distinzione è tra certezza, verità, realtà e incertezza, dubbio, possibilità. Dice Satta nel suo 'Ma che modo' [5]: "Un verbo come sognare non esprime una realtà, altrimenti che sogno sarebbe; ma la realtà 'soggettiva' esiste; domandatelo appunto al sognante, il quale nel sogno soffre o gioisce come nella vita, proprio perché 'vive' una sua realtà particolare e privata [...]. Quindi niente Ho sognato che tu mi baciassi, bensì che mi baciavi".

    Vedi anche la discussione 'ho bisogno di sentire che i miei passi abbiano/hanno un qualche senso.'
    Io penso:
    ●Tutti dicevano "Chiara è sincera".
    Diventa " Tutti dicevano che Chiara era sincera. ( in una determinata affermazione pronunciata nel passato)
    ●"Tutti dicevano che Chiara era sincera."
    Chiara ha perso la qualità di essere sincera.
    ● "Tutti dicevano che Chiara fosse sincera."
    Chiara ha la qualità di essere sincera ma non è appurato dal narratore.
     
    Last edited:
    "Un racconto breve" non è un contesto. Servirebbe sapere in che senso quel quadro "rappresentava" quello in cui il parlante credeva.
    Per contesto intendevo contestualizzare il registro linguistico adatto. Talvolta si tende ad utilizzare maggiormente il congiuntivo in alcuni scritti piuttosto che in altri.
    A ogni modo, è probabilmente in questa differenza che hai sottolineato che io mi perdo.
    Nel congiuntivo di questa frase ci percepisco solo l'ipotetica del potenziale, ritraducendo mentalmente "rappresentasse" come "potesse rappresentare"; e al mio orecchio suona meglio il congiuntivo.
    Vedo tuttavia che spesso si tende a preferire l'indicativo, però probabilmente sono giusti entrambi. Dipende, immagino, solo dal senso.
     
    il congiuntivo, che nel thread molti hanno sostenuto, ha la sua motivazione nella vicinanza semantica tra "ero sicuro che" e ... "credevo che", specialmente quando si vuol marcare l'elemento soggettivo di convinzione
    :thumbsup:
    Secondo me, dicendo ''ero sicuro che..'', l'"elemento soggettivo di convinzione" è proprio la sola cosa che si vuol marcare.
    Ero sicuro che = ritenevo con sicurezza che (verbo di opinione che nell'italiano standard richiede il congiuntivo).

    Con tutto il rispetto, molte delle (sottili) distinzioni fatte al #78 da agilefromapostolello a me sembrano un po' artificiose.
     
    Poi si rischia la speculazione arzigogolata e tutto diventa ancor più farraginoso.
    Negli interventi addietro mi sembra siano stati inseriti degli estratti dalla GGIC.
    Non dimentichiamo pure il peso comunicativo dei verbi (o locuzioni verbali) introduttori, che possono nascondere sfumature diverse sotto la stessa forma; non dimentichiamo la posizione/dislocazione, la struttura sintattica, che giocano pure un ruolo importante; non dimentichiamo il binomio tema (congiuntivo) e  rema (indicativo), che può condurci a selezionare un modo piuttosto che l'altro; non dimentichiamo che una ferma convinzione del parlante, nonostante introduttori smaccatamente soggettivi, può avvicinare la subordinata ad un'asserzione leggermente indebolita; non dimentichiamo che il congiuntivo preferibilmente non inquadra un fatto singolo ma una situazione indeterminata (potenziale o ripetitiva), ed è per questo che calza un po' meno dopo verbi al perfetto semplice come accadde, capitò che...

    Oltre a ciò, mettiamoci pure il basilare concetto (credo, forse, riportato da quella suddetta citazione della GGIC) della maggiore conoscenza del parlante-onnisciente rispetto alla convinzione del soggetto della predicazione; o della condivisione o meno da parte del parlante di quanto sostiene il soggetto della predicazione.
    Spesso il parlante - in maniera asettica - può semplicemente riportare o citare l'impressione di terzi, senza prendere posizione, e quindi indicativo.

    Tutte queste (ma non solo) prospettive andrebbero valutate caso per caso, in ambito esegetico.
     
    Secondo me, dicendo ''ero sicuro che..'', l'"elemento soggettivo di convinzione" è proprio la sola cosa che si vuol marcare.
    Ero sicuro che = ritenevo con sicurezza che (verbo di opinione che nell'italiano standard richiede il congiuntivo).
    Forse c'è spazio per una molteplicità di usi, no, bearded? Per esempio a volte la menzione di una sicurezza passata esprime conferma, altre volte smentita, e in questi casi mi pare naturale usare modi diversi.
    "La mamma è stata contenta del regalo" "Ecco, ero sicuro che le piaceva"
    "La mamma ha trovato il regalo detestabile" "Ma guarda, ero sicuro che le piacesse"
    Charo che nella prima posso anche usare il congiuntivo, ma l'indicativo non è errato e a mio parere è più espressivo.
     
    @bearded: Sì, ripensandoci l'esempio non va bene perché la forma corretta è "che le sarebbe piaciuto" (io comunque lo dico cento volte al giorno coll'indicativo). Ma il congiuntivo non c'entra.
    @Olaszinhok: Credo che bearded insistesse sul fatto che c'è l'imperfetto, mentre in "Sono sicura che..." siamo al presente.

    Tra l'altro a me "Sono sicura che lui si sia comportato correttamente" suona maluccio, con buona pace della Treccani. Dal punto di vista pragmatico è un passo falso: non sei poi tanto sicura, se usi il congiuntivo. Invece in molti casi direi "Ero sicura che lui si fosse comportato correttamente", ad esempio se volessi esprimere sorpresa perché così non è stato. Se invece lui si è davvero comportato correttamente, direi tranquillamente "ero sicura che si comportava correttamente".
     
    la forma corretta è "che le sarebbe piaciuto"
    Credo che sia una delle forme corrette possibili.
    Davanti a una persona che trova bello il mio regalo io direi ''ero sicuro che ti piacesse'': qui ''ero sicuro'', anche se formalmente è un passato, esprime una constatazione nel presente. Il congiuntivo imperfetto c'è solo per ragioni di consecutio temporum (quindi secondo me non è vero che non c'entra) e dopo il ''verbo di opinione'' (ero sicuro = ritenevo).
    Nella stessa circostanza posso benissimo dire ''ero sicuro che ti sarebbe piaciuto'': questa frase però si riferisce al passato (ad es. quando l'ho comprato/quando l'ho scelto, ero sicuro..) e ''ti sarebbe piaciuto'' è futuro del passato. Entrambe le frasi mi sembrano corrette.
     
    non sei poi tanto sicura, se usi il congiuntivo
    È chiaro che abbiamo un diverso concetto dei modi verbali richiesti dopo ''essere sicuro che'': per te la distinzione è sicurezza vs. insicurezza o probabilità. Invece per me è solo una questione di sintassi: il congiuntivo è corretto dopo l'opinione, l'indicativo è solo colloquiale. Ma non voglio costringere nessuno ad adottare le mie regole (so che sono leggermente 'antiquate').

    Caro @Olaszinhok
    ..si dice "Sono sicura che P. va in Scozia"
    Io preferisco "Sono sicura che P. vada in Scozia". Si vede che sono più antico della Treccani. :)
     
    Last edited:
    È chiaro che abbiamo un diverso concetto dei modi verbali richiesti dopo ''essere sicuro che'': per te la distinzione è sicurezza vs. insicurezza o probabilità. Invece per me è solo una questione di sintassi: il congiuntivo è corretto dopo l'opinione, l'indicativo è solo colloquiale. Ma non voglio costringere nessuno ad adottare le mie regole (so che sono leggermente 'antiquate').

    Caro @Olaszinhok

    Io preferisco "Sono sicura che P. vada in Scozia". Si vede che sono più antico della Treccani. :)
    Non ti seguo al 100%.
    Es.
    A - Sono sicuro che oggi è sabato.
    B - Veramente no. È domenica
    A - Ah. Ero sicuro che fosse sabato.
    Il congiuntivo nella prima frase mi suonerebbe stonato.
     
    il congiuntivo è corretto dopo l'opinione
    Ah, ma io sono d'accordo! Solo che "sicura" per me non è un termine che indica opinione, bensì certezza. Nell'uso, è diventato un sinonimo di "persuasa", un modo per indicare uno stato soggettivo di forte convinzione. Forse perché si assimila "è sicuro che" e "son sicura che"?
    Edit: Mi rendo conto che la discussione sta diventando filosofica, e forse non è la sede. Diciamo che per me una falsa sicurezza non è una sicurezza, come una falsa moneta non è una moneta. Adesso smetto coi filosofemi.
     
    Last edited:
    Il congiuntivo nella prima frase mi suonerebbe stonato
    A me non tanto. Per me ''sono sicuro che'' = ''ritengo con sicurezza che''.
    Di sicuro tu non diresti ''Ritengo che è sabato''.

    "sicura" per me non è un termine che indica opinione, bensì certezza
    Se è davvero così, non dovresti trovare corretto neanche
    ero sicuro che le piacesse
    Sei passato da ''l'indicativo a mio parere è più espressivo'' a (mi pare) l'indicativo è il modo della certezza.

    Cari amici, quello che dovevo/volevo dire in questa discussione l'ho detto. Potete pure considerare la mia come una 'battaglia di retroguardia'. ;)
     
    Last edited:
    :thumbsup:
    Secondo me, dicendo ''ero sicuro che..'', l'"elemento soggettivo di convinzione" è proprio la sola cosa che si vuol marcare.
    Ero sicuro che = ritenevo con sicurezza che (verbo di opinione che nell'italiano standard richiede il congiuntivo).

    Con tutto il rispetto, molte delle (sottili) distinzioni fatte al #78 da agilefromapostolello a me sembrano un po' artificiose.
    Io al contrario ho apprezzato molto i tuoi interventi che mi hanno dato molti spunti di riflessione. Però io al #78 stavo solo cercando di richiamare la regola grammaticale.

    "Essere sicuro" esprime soggettività. Non necessariamente la certezza del fatto narrato.
    La forma verbale del dipende dalla certezza o meno del fatto narrato secondo l'opinione del narratore che può essere o meno coincidente con chi esprime l'opinione soggettiva.
     
    A me non tanto. Per me ''sono sicuro che'' = ''ritengo con sicurezza che''.
    Di sicuro tu non diresti ''Ritengo che è sabato''.

    Secondo il Treccani, "essere sicuro" significa (anche) "sapere con certezza".

    "Secondo me non viene" "No, no, sono sicuro che viene, mi ha chiamato dalla macchina." In questo esempio, accetteresti 'venga'?
     
    In questo esempio, accetteresti 'venga'?
    Di fronte a una domanda diretta rinuncio per questa volta al mio proposito di non intervenire più in questo thread.
    In quell'esempio io direi "sono sicuro che verrà". Il futuro dopo i verbi di opinione è legittimo/regolare, e per me in "essere sicuro" prevale il significato di opinione: ritenere con sicurezza. Il significato indicato dal Treccani (sapere con certezza) mi rende perplesso: infatti si può dire "Non lo so con certezza, ma sono sicuro che entro quest'anno la pandemia scomparirà" (ritengo con sicurezza, confido... insomma opinione).
    Quanto a "sono sicuro che viene", mi sembra corretto solo in un registro colloquiale.
     
    Last edited:
    Di fronte a una domanda diretta rinuncio per questa volta al mio proposito di non intervenire più in questo thread.
    In quell'esempio io direi "sono sicuro che verrà". Il futuro dopo i verbi di opinione è legittimo/regolare, e per me in "essere sicuro" prevale il significato di opinione: ritenere con sicurezza. Il significato indicato dal Treccani (sapere con certezza) mi rende perplesso: infatti si può dire "Non lo so con certezza, ma sono sicuro che entro quest'anno la pandemia scomparirà" (ritengo con sicurezza, confido... insomma opinione).
    Quanto a "sono sicuro che viene", mi sembra corretto solo in un registro colloquiale.

    Puoi usare il futuro, certo. Ma la domanda e' : ritieni che "sono sicuro che venga" sia corretto oppure no?

    Sul significato di "essere sicuro", la prova che adduci ("infatti si puo' dire..") non mi pare definitiva. Infatti, per me non si puo' dire, in quanto essendo (dal Treccani) "sono sicuro" equivalente a "sapere con certezza", la prima affermazione:
    "Non lo so con certezza"
    contraddice la seconda:
    "ma sono sicuro che ecc.".

    La correttezza della frase sarebbe insomma derivante dal significato che tu dai a "essere sicuro", significato che a sua volta cerchi di dimostrare con il tuo esempio. Il che mi pare sia un'applicazione, probabilmente non voluta, di logica circolare 😉

    Sempre il Treccani :

    Con verbi che esprimono certezza, sicurezza, convinzione (se pur soggettiva: io sono sicuro che...) l’indicativo è corretto e normale e ben rappresentato nella tradizione letteraria antica e moderna. Gli stessi verbi, in frasi negative, richiedono il congiuntivo (io non sono convinto che le cose vadano dette), come anche in situazioni di controfattualità al passato (ero convinto che facesse freddo, ma poi la realtà smentì quella convinzione: faceva caldo).

    Va detto, però, che in situazioni come queste, nella scelta tra indicativo e congiuntivo, l’elemento della soggettività del parlante/scrivente può giustificare l’alternativa a quanto è ritenuto più logico, tradizionale, diffuso. Insomma, sono convinta che le cose vadano dette non è un’opzione scorretta.
     
    Last edited:
    Il che mi pare sia un'applicazione............di logica circolare 😉
    Non è forse sempre così quando si formula un esempio a sostegno del proprio argomento? :)

    per me non si puo' dire, in quanto essendo (dal Treccani) "sono sicuro" equivalente a "sapere con certezza", la prima affermazione...contraddice la seconda
    Vorrei spiegare perché invece, secondo me, il mio esempio è valido (nell'ambito della mia 'logica circolare'):
    - ''Non lo so con certezza'' per me significa ''non ho conferme esterne/dati scientifici su cui basarmi'' e simili;
    - ''ma sono sicuro che..'' per me significa ''ma sono certo in base a una mia convinzione intima/personale/una mia opinione.

    Del resto i linguisti della Crusca, nel paragrafo che hai citato, chiaramente equiparano ''essere sicuro'' a ''essere convinto'' laddove citano ''non sono convinto che'' come frase negativa rispetto all'iniziale 'soggettivo' ''io sono sicuro che''.

    Gli stessi linguisti poi affermano poi che ''sono convinta che le cose vadano dette'' non è un'opzione scorretta (bontà loro!). Secondo me è addirittura più corretta rispetto a "sono convinta che le cose vanno dette".

    la domanda e' : ritieni che "sono sicuro che venga" sia corretto oppure no?
    Sì, ritengo che sia corretto, anzi "sono sicuro" che lo sia.
    -Secondo me non viene. -No, invece sono sicuro che venga / ho la personale convinzione che venga.

    Caro Odysseus, è stato piacevole discutere con te (sei un interlocutore molto valido), ma credo che
    - i nostri diversi punti di vista dipendano in gran parte da differenti sensibilità linguistiche soggettive, e che
    - le nostre reciproche posizioni siano state illustrate in modo ormai sufficientemente chiaro per chi legga questo thread (e questo lettore potrà formarsi una sua idea).

    Di conseguenza, non interverrò davvero più a continuazione di questa discussione.
     
    Last edited:
    Back
    Top