E comunque, questa discussione su l' e lo è totalmente ininfluente per la discussione
Torniamo in tema.
Prendo spunto da questo:
il toscano, da cui esso deriva, è l'unica lingua peninsulare che utilizza due articoli differenti
Non so se è l'unica, ma questo non ha importanza. Cerco un criterio generale alla base della scelta fra
il e
lo in toscano. Una cosa che noto riguarda il plurale, quindi non è direttamente rilevante per
il/lo, però forse è significativo.
La regola vigente che prevede
il/i prima di certi suoni e
lo/gli prima di altri consente di evitare possibili ambiguità al plurale. L'articolo
i in toscano si elide molto spesso: direi che si elide praticamente sempre in posizione posvocalica, sia che sia isolato sia che faccia parte di una preposizione articolata.
I cani si pronuncia [i'hani], ma
dallo ai cani diventa
dallo a' cani [dalloa'hani]. In un caso come questo, ciò che consente di riconoscere l'articolo è la mancata geminazione della
c:
dallo a cani si pronuncerebbe [dalloak'kani]. Questo meccanismo però fallisce nel caso in cui:
1) la parola seguente inizi per vocale (
ovo)
2) la parola seguente inizi per consonante non geminabile perché è sempre geminata (
zio,
scemo)
3) la parola seguente inizi per consonante non geminabile perché appartiene a un gruppo consonantico “strano” in cui la prima consonante viene geminata (
psicologo,
xilofono). Noto qui che in queste combinazioni, almeno nella pronuncia toscana, la prima consonante è sempre doppia:
tecnica ['tɛkkniha],
taxi ['takksi] ecc.
4) la parola seguente inizi per
s impura, che non è geminabile (
sputo)
Infatti, se si usasse l'articolo
il/i per
sputo o
zio, non si potrebbe distinguere nella pronuncia
a' sputi da
a sputi,
a' zii da
a zii.
Bene, questi sono esattamente i casi in cui si usa
lo/gli, eliminando l'ambiguità:
agli sputi,
agli zii.
Non mi sembra che questo abbia un diretto corrispettivo nel singolare, però è una regola semplice e generale e che è valida sempre, e permette di distinguere i due casi con un criterio che è applicabile anche a qualunque suono non italiano, che è quello che ci interessa.
Cosa succede con la (h) di
hobbit? Se la (h) ammette la geminazione, allora si usa
il/i. Se non la ammette, si usa
lo/gli. A me una (h) geminata in italiano pare del tutto impossibile, anche se la accogliessimo per pronunciare parole straniere. Dunque, non può che essere
lo/gli!
(Immagino che a Dragon e Bearded questa discussione sul toscano sembrerà piuttosto irrilevante... ma il discorso era nato dall'esistenza in toscano, e di conseguenza in italiano, della doppia forma dell'articolo. Beh, sto andando a tentoni. Non è neanche lontanamente una dimostrazione, è la rilevazione di un meccanismo coerente e senza eccezioni.
Il hobbit spezza questo meccanismo che per me, da toscano, probabilmente è più istintivo che per altri, ed è probabilmente per questo che mi suona sbagliato.)