posizione del pronome atono

... Mi riferivo al fatto che non esiste, da un punto di vista "logico", nessun rapporto sèmico tra "venire" e il pronome personale complemento di prima singolare. Insomma, lui trova/visita ME ma non VIENE me.
Appunto. Ed è praticamente quello che cercavo di “scoprire/dimostrare” in qualche modo nel mio post #8, lasciando un po' a parte le spiegazioni delle grammatiche e concentrandomi alla "logicità" (se possibile) per quanto riguarda la posizione del pronome personale clitico "mi" negli esempi riportati.

La mia idea originale era questa: nel caso delle forme personali (coniugate) del verbo, sembra che il pronome personale abbia la sua posizione “più” determinata, per cui "E' venutomi a trovare" non va bene. Invece, nel caso di due infiniti (costruzione impersonale) accettiamo anche "venirmi a trovare" benché il pronome "mi", logicamente, appartiene al verbo "trovare" e non a "venire". Dunque, pare che nel caso di costruzioni relativamente astratte (meno “dirette”), spontaneamente tolleriamo anche soluzioni meno “logiche” perché sono più difficili da analizzare, oppure in altre parole, sono più “grammaticalizzate”.

Però, ho dei dubbi ... soprattutto per quanto riguarda la “simmetria” dei miei esempi (post #8) utilizzando il passato prossimo come riferimento (infatti andrebbe bene anche il presente, ma non è questa la sostanza ...).
 
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  • Ciao, Brig.
    Mi riferivo al fatto che non esiste, da un punto di vista "logico", nessun rapporto sèmico tra "venire" e il pronome personale complemento di prima singolare. Insomma, lui trova/visita ME ma non VIENE me.
    Non credi?
    Cari saluti.
    GS

    Grazie per la risposta GS!:)
    Credo di aver fatto confusione riflettendo sul legame logico. Infatti, tornandomi in mente la frase, lontana da questo contesto e forse obsoleta, “lasciate che i fanciulli vengano a me” pensavo che potesse esserci un legame tra il verbo venire ( considerato a sé stante senza il verbo trovare ) e il pronome, anche se indiretto, come è indiretto negli esempi. :eek: La mia lacunosa competenza mi ha tratto in inganno! Ricambio i saluti.
     
    Cari amici, volevo sapere quale frase e` corretta (o piu` corretta): "Gli ho detto di venirMI a trovare" oppure "Gli ho detto di venire a trovarMI". Grazie.

    Ciao Lituano! Vista la forma marcata(#7) e riflettendo sulla posizione che occupa il pronome diretto me rispetto al verbo di moto venire,penso che si tratti di topicalizzazione. Le ritengo tutte e due facenti parte del parlato quotidiano. Per me sono entrambe valide.

    Riportando i tuoi esempi:

    1) Gli ho detto di venirmi a trovare= frase topicalizzata
    2) Gli ho detto di venire a trovarmi= frase non topicalizzata

    La prima la farei corrispondere alla frase scissa " Gli ho detto che è me che deve venire a trovare"
    La seconda la farei corrispondere alla frase tonica ma non scissa " Gli ho detto che deve venire a trovare me"


    Naturalmente non prendere questo mio giudizio come definitivo e inoppugnabile,anzi!

    Saluti;)
     
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    Ho qualche dubbio in proposito, Semper.
    Entrambe le frasi hanno -- in condizioni non marcate -- il seguente andamento ritmico:
    GliodettodivenirmiatroVAre
    Gliohodettodivenir(e)atroVARmi

    GS :)
     
    Spero di poter vederti" e` sbagliata secondo il suo collaboratore. Il collega asseriva che si dice "spero di poterti vedere."
    "Spero di poterti vedere" è l'unica soluzione idiomatica, di conseguenza l'unico suggerimento che mi sentirei di dare a un non madrelingua. Questo vale come regola pratica per tutti i casi simili (verbo servile all'infinito). Se si lega il pronome in coda all'infinito servile non si sbaglia.
     
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