Paolo, hai ragione in teoria ma torto in pratica. So che l'assenza di "reg." o "dial." indica che la parola fa parte della lingua italiana, che verosimilmente si parli sia ad Alagna Valsesia sia a Ragusa. Ma quello non guarantisce che si possa usare una parola in tutti i due luoghi ed essere capito. Vuol dire solamente che TEORETICAMENTE si DOVREBBE potere usare qualsiasi parola nel dizionario ed essere capito ovunque. Ma non sono d'accordo con te che la domanda "Si usa questa parola in quella zona?" sia illegittima.
La risposta laconica, "Perché non guardi il dizionario?" non basta.
Laura, guarda che Paul ha ragione al 100%, per quanto riguarda la questione delle indicazioni sul dizionario. Se manca l'indicazione che il termine e' locale o dialettale, puoi tranquillamente concludere che si tratta di italiano standard, quello che si insegna a scuola, quello che parlano alla radio e alla TV, quello che si legge sui libri in italiano.
Anche sul termine 'norcino' puoi andare tranquilla. L'origine e' magari locale, nel senso che a Norcia esisteva una 'scuola' di artigianato relativa alla macellazione del maiale e alla preparazione di prosciutti e insaccati, che produceva artigiani che giravano per le campagne sicuramente del centro, ma forse anche oltre, facendo il loro mestiere specializzato. Che era importante, perche' se le carni del maiale di una famiglia andavano a male per una salatura fatta male, era la fame. Questi importanti artigiani hanno finito col prendere il nome dalla citta' di provenienza del mestiere. E il termine e' stato accolto nell'italiano standard, probabilmente perche' non esistevano termini concorrenti. In effetti, anche in questo thread i 'nazionalisti' meridionali e settentrionali hanno espresso dei dubbi antiimperialisti di principio sulla comprensibilita' universale del termine 'norcino', ma non hanno proposto alternative di termini specifici preferiti localmente. Il che mi pare rafforzi la teoria che il termine 'norcino' e' un termine magari specializzato e di origine locale, ma attualmente non locale. Il fatto che a Milano magari lo conoscano in pochi, ha piu' a che vedere con la Grande Distribuzione Organizzata del cibo, che allontana i consumatori dalla produzione e dai termini a essa connessi, che con un fatto linguistico.
Ora, se la tua preoccupazione e' che possano esistere zone dell'Italia dove l'italiano si parla come seconda lingua, e la prima 'lingua' e' il dialetto, e vuoi assicurarti di esser capita da tutti, anche da persone degli strati socio-economici piu' umili e culturalmente isolati, il problema in effetti esiste, e non si limita a pochi termini, ne' e' problema solo del meridione.
Ma non e' un problema della lingua italiana, e' un problema delle parlate degli italiani, che sono molto variegate e spesso non del tutto comprensibili per chi e' nato e cresciuto magari a solo 50 km di distanza. E ovviamente questo problema e' in genere piu' grave nelle zone piu' lontane dal centro, a misura che le parlate si allontanano sempre di piu' dal toscano e dai dialetti centrali (umbri, laziali, parte di quelli marchigiani), piu' omogenei e vicini all'italiano standard.
La scelta, e non solo per questo termine, e' piuttosto semplice : o si parla l'italiano oppure, se l'interlocutore non parla l'italiano, o non lo parla a sufficienza, bisogna parlare la lingua o il dialetto dell'interlocutore, se si vuole essere capiti. Altra cosa che ha gia' detto Paul. O al limite si descrive il signiificato in termini piu' generici.