Hmmm... non sembrerebbe essere un regionalismo, almeno nel caso di oggetti collocati in un certo luogo, quale ritengo sia un palazzo (Garzanti):
stare - 3 essere, trovarsi fisicamente in un luogo: stare a casa, a scuola, in ufficio; staremo una settimana in campagna | riferito a un oggetto, essere posto in un luogo, avere una data collocazione: il cappotto sta nell'armadio; i libri che cerchi stanno sullo scaffale in alto; dove sta il mio cappello?;
Allora cerco ancora (Accademia della Crusca):
Il verbo stare è usato spesso al posto del verbo essere, soprattutto in frasi che esprimono il comportamento o lo stato d’animo d’una persona: «Stare attento», «Stare in ansia», «Stare sulle spine», oppure in frasi che contengono un ordine o un’esortazione: «Stia zitto!», «Sta’ seduto», o in frasi fatte: «Se le cose stanno così...» In questi casi l’uso di stare al posto di essere è legittimo e corretto; in altri casi i due verbi non sono intercambiabili: non si può dire o scrivere «Sto nervoso», «Sta assente», «Il lavoro sta fatto bene».
L’abitudine di sostituire stare a essere è di origine meridionale; per questo carattere di accentuata regionalità va evitata negli usi ufficiali e formali. In famiglia e con gli amici, invece, potete stare..., più rilassati.
E soprattutto qui:
Nel senso di «trovarsi in un dato luogo», riferito a oggetti, c’è tra i due verbi una sfumatura: essere esprime la collocazione con riferimento al momento dell’enunciazione, mentre stare denota la collocazione abituale; [...] I rapporti tra i due verbi sono complessi, e non sempre chiari, anche per gli influssi regionali. Ma frasi come «Dove stai?» (nel senso di «Dove ti trovi?») o «Non ci sta nessuno» (per «Nessuno è presente») non sono accettabili nell’italiano sovraregionale.
Insomma, ho l'impressione che possa essere uno di quei casi in cui forse si rischia di generalizzare, assegnando un valore regionale anche a espressioni che in realtà non lo sono...![]()
Concordo: questa è l'iterpretazione che credo sia comune a tutti quelli del nord italia.Io darei questo significato alle 2 espressioni:
Sono a casa: In questo momento mi trovo a casa
Sto a casa: rimango a casa
Così se dico " sono a casa dei dei miei" intendo che in questo momento è lì che mi trovo
se invece uso l'espressione "sto a casa dei miei" intendo che mi fermerò per un po' (per le feste sto a casa dei miei).
Il suggerimento di Vekkio di usare il verbo essere per le situazione semplici e verbi più specifici negli altri casi è senz'altro ottimo.
Concordo: questa è l'iterpretazione che credo sia comune a tutti quelli del nord italia.
E' risaputo ed evidente dai precedenti post e anche da altre discussioni che nel sud si usa "stare" in una maniera che a nord non è usata, quindi io parlo solo per le zone che conosco.Certamente non solo del nord Italia.
Certo.Invece si può dire "sto con Tizio", per dire "sono fidanzato/a con Tizio"?
E' risaputo ed evidente dai precedenti post e anche da altre discussioni che nel sud si usa "stare" in una maniera che a nord non è usata, quindi io parlo solo per le zone che conosco.
Non so poi se in sicilia l'uso di stare è più simile al mio o a quello di un campano.
Ciao IvanScusatemi perinterrompereavere interrotto (meglio "se interrompo") la vostra discussione, ma secondo le spiegazioni in giocco io penserei che la frase 'Noi stiamo fuori' sarebbe quella corretta tenendo conto dell'azione temporale (in questo momento). Comunque l'ho sempre vista come segue: 'Siamo fuori'. Allora, ci sarebbe qualche differenza in tempo per distinguere entrambi verbi?
Vi ringrazio in anticipo!
Qual e' la differenza tra le due frasi? Grazie!!
In nessuna variante regionale stare ed essere sono completamente intercambiabili.
Non sono una parlante delle varianti regionali campane o abruzzesi, ma credo che neanche in queste varianti le seguenti frasi siano accettabili:
(1) Mario sta professore/medico (per dire che è medico o professore);
(2) Oggi sono meglio. (per dire che sto meglio)
(3) Il matrimonio sta a Roma (per dire che il matrimonio si svolge/è a Roma).