Hai ragione, Reynart. L'effetto è ripetitivo.
Pero' quel povero amico mica le ha messe tutte vicine, quelle frasi; le ho trovate qui e là.
Hai ragione, scusami tanto!

Ho riletto il blocco, in effetti avevo dato per scontato che fosse un'unico paragrafo, ma è chiaro che sono citazioni prese da vari punti (non hanno molto senso lette di fila).
Vista così, le virgole che proponevi secondo me stanno bene (nel senso che anche io le metterei, però non sono del tutto sicuro che siano
obbligatorie).
Diversamente da quanto succede nel caso delle virgolette (alte o basse

), potrebbe proprio essere una scelta stilistica come dici tu.
A me sembra pero' di aver imparato a scuola che si metteva la virgola. La scuola (studi classici in Italia), rimonta a tanto tempo fa. Forse le regole sono cambiate.
In casi come questo, tendenzialmnte io penso sia solo una questione di stile. O forse le regole esistono - solo non vengono più studiate a scuola e di conseguenza sono poco conosciute e messe in pratica.

Onestamente, non saprei.
La situazione a scuola è di solito che gli insegnanti per lo più correggono ciò che gli studenti scrivono (e non sempre in modo consistente), ma quasi mai insegnano esplicitamente le regole relative alla punteggiatura o alla composizione, e dunque si fa fatica a dedurre cosa sia una questione di stile personale e cosa effettivamente grammatica. Purtroppo anche discipline come la retorica non vengono più insegnate - semplicemente si dà per scontato che gli studenti "sappiano scrivere". Io conosco un sacco di persone che neppure hanno mai studiato la grammatica a scuola - nessuno l'ha mai insegnata loro.
Io nell'imparare a scrivere in italiano ho avuto come riferimenti e influenze persone molto "vecchia scuola", per cui virgole, congiuntivi, pronomi corretti, e via dicendo.
Poi ho studiato italiano all'università e ho avuto uno shock culturale, perché ho avuto un docente particolarmente progressista che ci ha insegnato un uso della lingua italiana molto diverso da quello che fino ad allora mi era familiare.
Uomo intelligente e colto, niente da dire - diciamo che è riuscito a convertire me, un purista della lingua, a una visione meno prescrittiva e più democratica dell'italiano...

Ma da quando ho studiato con lui, non sono più sicuro di sapere se esista o meno una regola tassativa nell'uso delle virgole in italiano.
Uno dei suoi moduli era proprio sulla punteggiatura, che riduceva quasi interamente a una questione di stile, piuttosto che prescrittiva/grammaticale, come l'uso ad esempio della virgola per separare i termini di una lista:
1) Parto per scoprire luoghi, incontrare gente, puntare in alto.
2) Parto per scoprire luoghi incontrare gente puntare in alto.
Secondo l'uso tradizionale come lo conoscevo io, (1) è corretta e (2) scorretta, perché i termini di una lista vanno separati dalla virgola.
Secondo quanto ho appreso studiando la stilistica "più moderna", invece, è solo una questione di stile, e anzi, capire la differenza tra i due stili e saperli sfruttare e applicare nello scrivere è uno strumento espressivo molto potente.
Certo tutto dipende da essere consapevoli del contesto e registro d'uso. Secondo me la potenza espressiva di (2) in un certo testo deriva proprio dal fatto che non sia standard. In un testo narrativo di un certo livello, se usata bene, non solo la trovo adatta, ma considerevole e apprezzabile. In un articolo su una rivista personalmente la troverei un abominio.
Rye