Il nocciolo della questione non è la correttezza sintattica, sulla quale non c’era neanche bisogno, da parte mia, porre la domanda, visto che la risposta sarebbe stata comunque ovvia. Il dilemma è tra una scrittura che non tiene conto di come la frase viene pronunciata, perché ci sono vincoli di sintassi, e un altro modo do di esprimersi che stabilisce una corrispondenza tra parlato e scritto, attraverso l’uso della punteggiatura.
Su Manzoni non avevo dubbi. Prendo in prestito il commento di un utente, che ringrazio:
"A scuola ci hanno terrorizzato quando usavamo la virgola seguita dalla "e", e spesse volte i nostri insegnanti avevano ragione. Ma non è sempre vero! Manzoni, che è così preciso, anzi scrupoloso, nell'uso della punteggiatura, ci offre tanti esempi sparsi nelle pagine dei suoi Promessi Sposi. " Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo! ". Qui la pausa richiesta dalla virgola è efficacissima: ci mostra quasi la distanza tra il livello delle acque e la sommità delle vette! E nel primo periodo del primo capitolo ci offre altri esempi della virgola seguita dalla "e": così ha scritto e così dobbiamo leggere! - La punteggiatura è sì soggettiva, ma chi è bravo la sa adattare alle proprie esigenze ed alla propria personalità".